Le parole dell'educazione

 
"Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola.
A volte ne scrivo una e la guardo fino a quando non comincia a splendere"
Emily Dickinson
 

La rubrica di Bambini riprende alcune tra le parole più significative dell'educazione, ripercorrendone i significati e aprendo a nuove stimolanti riflessioni. Ecco le parole pubblicate

A  Affetti, Agency, Anima, Arte, Atmosfera, Attenzione, Avventura B Biodiversità C Cambiamento, Canto, Città (Che Apprende), Collezione, Competenze, Complessità, Condivisione, Consunzione, Contesti, Corpo, Creatività, Crisi, Cura  D Dedizione, Desiderio, Design, Disegno, Diseguaglianze, Documentazione  E Emozioni, Esigenza, Espressività F Famiglie, Filosofia G Gioco, Genere H Habitus I Identità, Imperfezione, Inclusione, Infanzia, Intercultura, Intimità L Lavoro, Lettura, Ludicità M Movimento N Narrazione, Nascere, Natura, Negligenza O Occhio, Osservazione P Pace, Paesaggi, Parola, Partecipazione, Poetica, Progetto Q Qualità R Regole, Riflessività  S Sguardo, Situarsi, Soglia, Spazio T Territorio, Transizioni 


Questo mese leggi: Complessità


di Mauro Ceruti

Professore ordinario di Filosofia della scienza, Università IULM e direttore del centro di ricerca sui sistemi complessi (CRiSiCO)

C’è un’immagine dell’artista Moritz Escher1 che rende ben visibile la caratteristica principale della complessità: la circolarità. Uno strano intreccio: una mano che disegna una mano, che a sua volta disegna la mano che l’ha disegnata, che a sua volta ancora disegna la mano che l’ha disegnata, e così via… Non c’è una un’unica direzione che va da chi disegna a chi è disegnato. Non c’è una causa, da una parte, e dall’altra un effetto che ne consegue.

Ogni parte che partecipa a creare un mondo complesso è sia causa che effetto. È una danza fra parti che attraverso le loro interazioni fanno emergere un mondo complesso, appunto.

“Complessità” deriva dal latino plectere (intrecciare) più cum (insieme): intrecciare insieme, più volte, nel tempo. Ci vogliono tante parti che interagiscono fra loro, e tanto tempo, per fare emergere la complessità. La complessità è una danza, che crea un mondo. È la danza della vita. Se finisce la danza, finisce la complessità. Per questo la circolarità che continuamente si rigenera nell’autentica relazione educativa crea un contesto ideale per apprendere a conoscere e ad abitare la complessità.

La complessità caratterizza il senso profondo del nostro tempo.

Siamo come in un disegno di Escher. Ma in questo caso non si tratta di un tromp l’oeuil. Nel mondo globale, tutto è connesso. E in un mondo complesso, in cui tutto è interdipendente con tutto, una causa microscopica e locale può innescare rapidi processi di amplificazione fino a produrre effetti macroscopici e globali. Perciò, un mondo complesso può cambiare in modi improvvisi, imprevedibili.

Una metafora ben nota rappresenta bene questa idea e la conosciamo tutti. La propose un matematico e meteorologo, Edward Lorenz, ormai mezzo secolo fa. A indicare la complessità del sistema meteorologico, in cui tutto è appunto connesso a tutto. È l’effetto farfalla: il battito d’ali di una farfalla sul cielo di una piccola regione della Cina può avere effetti importanti sul tempo che farà in Italia e poi nel mondo intero pochi giorni dopo… Una piccola, apparentemente trascurabile causa può avere effetti enormi, lontani nello spazio e nel tempo. È ciò che stiamo vivendo. È ciò di cui facciamo esperienza con la crisi della pandemia innescata da un piccolo virus, e che si manifesta poi come un intreccio di concause, di “mani” che si disegnano le une le altre. Ma qui le “mani” sono tante, non due: la crisi della pandemia è, certo, una crisi sanitaria. Ma è nello stesso tempo anche una crisi ecologica, scientifica, sociale, antropologica, psicologica, esistenziale… E ciascuna di queste crisi genera altre crisi, che a loro volta generano le crisi che l’hanno generata, e così via.

La sfida della complessità si impone, innanzitutto, come impossibilità di semplificare un tessuto inestricabile di concause e di interdipendenze.

Perciò oggi dobbiamo sapere che l’ostacolo alla conoscenza della complessità dei problemi del nostro tempo non sta più solo nella nostra ignoranza: si annida anche nella nostra conoscenza. Nel modo in cui la conoscenza è prodotta e organizzata attraverso tanti specialismi. La specializzazione disciplinare certo porta numerose conoscenze. Tuttavia, queste conoscenze sono spesso incapaci di cogliere i problemi rilevanti, che sono complessi, cioè sono costituiti da una molteplicità di aspetti interconnessi.

Del resto, l’università, la scuola e anche la divulgazione ci insegnano a separare le discipline le une dalle altre. Ma non ci insegnano a collegare. Continuano a disgiungere conoscenze che dovrebbero essere interconnesse, perché sono relative a cose che nella realtà non sono separabili, ma si influenzano a vicenda. Così, le soluzioni cercate e proposte sono il più delle volte, esse stesse, parte e causa del problema.

La complessità del nostro mondo ci chiede di apprendere a stabilire legami, di solidarietà: fra saperi, fra culture, fra istituzioni, fra persone.

1 Mani che disegnano, litografia, 1948.

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