Documentazioni

Ilaria Mussini e Barbara Zoccatelli

 

Documentare per crescere

Nei precedenti contributi, abbiamo cercato di tradurre in forma concreta alcuni dei principali significati proposti in tema di documentazione attraverso la presentazione di strumenti e materiali che sono entrati a far parte della progettualità di molte realtà educative 0-3 e 0-6. Ci piace concludere questo anno di riflessioni condivise rimettendo a fuoco alcuni significati della documentazione per gli educatori come prezioso strumento di crescita professionale, nell’idea che anche noi adulti, così come i bambini, impariamo dall’esperienza: “Documentando, gli educatori entrano in un processo di riflessione e di interpretazione in cui sono sollecitati ad approfondire e ripensare il significato e il valore di ciò che è stato realizzato e a riappropriarsi degli assunti pedagogici che hanno orientato il loro lavoro. Per il gruppo di lavoro la pratica della documentazione rappresenta uno strumento di autovalutazione e autoformazione che consente il passaggio dal fare esperienza all’avere esperienza” (Mi, 2022, p. 34).

Pensare e far pensare

Confrontarsi nel gruppo educativo attraverso i materiali documentativi consente di rileggere le esperienze vissute insieme ai bambini, di elaborare ipotesi sulle loro ricerche e sperimentazioni per poi formulare nuove interpretazioni e possibili rilanci progettuali. La documentazione realizzata acquista valore nella misura in cui il processo di restituzione non si limita a elencare i fatti ma prende forma dal confronto tra educatori sulle situazioni e sui contesti, per individuare connessioni di senso tra le diverse esperienze. Questi momenti di selezione e rielaborazione delle informazioni implicano un’attenta verifica del lavoro compiuto, evidenziandone i passaggi significativi, la messa a fuoco dei punti di forza e di criticità e l’individuazione di possibili direzioni di sviluppo. In quest’ottica, documentare significa soprattutto pensare e far pensare per costruire memoria, identità e consapevolezza dell’agire educativo.

Rinnovare lo sguardo e la motivazione

Il processo di organizzazione e di analisi dei “materiali grezzi” (osservazioni, trascrizioni dei dialoghi, fotografie, videoregistrazioni, elaborati dei bambini), che accompagna la costruzione della documentazione, consente a ogni educatrice di rinnovare lo sguardo e l’interesse sulla quotidianità educativa e di sviluppare nuove piste progettuali in sintonia con gli interessi e le potenzialità dei bambini. Queste situazioni, oltre a valorizzare le specificità di ciascun servizio, sono generative di nuove potenzialità in quanto rinnovano la motivazione degli educatori, favorendo la costruzione di contesti dinamici, capaci di aprirsi a nuove possibilità; contribuiscono inoltre a proteggere dal rischio di chiudersi nell’autoreferenzialità, al quale è spesso esposto il lavoro educativo con i bambini piccoli.

Uno strumento dinamico per dialogare con altre realtà educative

Pensando a contesti di incontro e confronto con i colleghi di altri servizi – scambi pedagogici, momenti formativi, visite di studio, convegni – la documentazione rappresenta uno strumento prezioso per presentare il nido e la scuola, le scelte educative e le progettualità in corso.

Soffermarsi insieme sulla documentazione a parete, sfogliare i diari di bordo e le raccolte di immagini, osservare il pannello dell’identità, approfondire l’uso della documentazione in itinere e dei materiali grezzi che tengono traccia dei processi in corso, significa aprire la possibilità di un confronto professionale autentico e generativo sui contenuti, i destinatari e i significati di questi strumenti in un’ottica di autoformazione. Partire da alcune domande, da condividere nel gruppo per orientare lo scambio, può contribuire a renderlo più interessante e centrato: entrando in un servizio educativo, qual è la prima impressione che ricevo rispetto alla documentazione esposta? Che cosa racconta? A chi si rivolge e dov’è collocata? A cosa si dà valore? Quale idea di nido, di scuola restituiscono i materiali di documentazione? Quale idea di relazione con le famiglie? Quale idea di bambina e bambino?

Attivare un dialogo con i propri vicini – le colleghe e i colleghi di nidi, scuole dell’infanzia dello stesso, quartiere, della stessa città – organizzando occasioni di incontro su temi di comune interesse, attraverso la presentazione di materiali di documentazione, costituisce una preziosa opportunità formativa a portata di mano e a costo zero. Come sostiene Anna Lia Galardini: “Parlare della documentazione significa parlare della professionalità degli insegnanti che non solo possiedono un sapere, ma che sanno costruirlo a partire dalla riflessione sull’esperienza e che sanno restituirlo per farne occasione di arricchimento anche per gli altri” (Galardini, 2010, p. 36). Nel sostenere lo scambio fra diverse culture professionali, la documentazione si conferma quindi uno strumento dinamico e generativo per condividere e approfondire scelte educative e approcci metodologici, mettendo al centro bambini e adulti che si interrogano e si confrontano sui loro modi di essere, fare e apprendere insieme.

  

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